Dopo rincari di ogni tipo cui abbiamo assistito, per i beni e per i servizi, dall’inizio del 2011, da pochi mesi a metterci i bastoni tra le ruote c’è anche la Bce, la Banca centrale europea. Costretta da un’inflazione in Eurolandia troppo alta, infatti, la Bce ha già messo a segno in questa prima metà del 2011 due manovre restrittive sui tassi di interesse, pari ad un quarto di punto ciascuna. E’ una brutta, bruttissima notizia per chi sta pagando un mutuo a tasso variabile visto che sia il tasso Bce, sia quello euribor con scadenza a tre mesi, anche se con tempistiche ed oscillazioni chiaramente diverse, seguono la stessa dinamica e la stessa tendenza. In linea con il ruolo di Banca guida nella lotta all’inflazione, la Bce ha così portato i tassi all’1,50%, ma non mancano gli esperti a scommettere su un altro +0,25% entro il prossimo autunno, ed un altro ritocco entro l’anno tale da portare in Europa il tasso di riferimento al 2%.
Se così fosse, allora i mutui da qui ai prossimi mesi diventerebbero ancora più cari con tutto quel che ne consegue per la tenuta dei bilanci delle famiglie. Basti pensare che, da quando la misura è stata attivata nel nostro Paese, sono già parecchie decine le migliaia di famiglie che si sono avvalse della moratoria Abi-Consumatori che permette di congelare il pagamento del mutuo per un anno.
Trattasi di una misura che scadrà proprio a fine mese, il 31 luglio del 2011, ragion per chi c’è grande attesa su una proroga o meno di una misura che permette alle famiglie di tirare un po’ il fiato aspettando tempi migliori dal fronte occupazionale. Anche le banche italiane ne risentono, e non a caso in queste ultime settimane, in Borsa a Piazza Affari, abbiamo assistito ad una raffica di operazioni di aumento di capitale con il fine di rafforzare la struttura finanziaria della Banca sia a causa, spesso, delle sofferenze sul credito erogato, sia soprattutto in vista dell’entrata in vigore dei criteri, più stringenti, di Basilea3.