Non aspettiamoci molto sul tagli dei tassi dalla Fed

Meglio non illudersi troppo sul taglio dei tassi dalla Fed. L’inflazione negli Stati Uniti ha superato le aspettative a gennaio, raggiungendo il 3% secondo l’indice Cpi, rispetto al 2,9% previsto e al 2,7% registrato a dicembre. Anche il dato core, che esclude energia e cibo, ha registrato un aumento superiore alle previsioni, attestandosi al 3,3%. L’incremento mensile dei prezzi è stato dello 0,5%, superando le stime dello 0,3%.

taglio dei tassi

L’impatto sui mercati e sulla politica monetaria in ottica taglio dei tassi

Questi dati hanno indotto gli operatori a rivedere le proprie aspettative sulla politica monetaria della Federal Reserve (Fed). I mercati monetari ora prevedono un solo taglio dei tassi di interesse nel corso dell’anno, anziché i due precedentemente scontati.

Le dichiarazioni del presidente della Fed

Il presidente della Fed, durante un’audizione alla Camera, ha riconosciuto i “grandi progressi” compiuti nella lotta all’inflazione, sottolineando però che l’obiettivo non è ancora stato raggiunto. Ha quindi ribadito la necessità di mantenere una politica restrittiva “per il momento”, aprendo alla possibilità di “aggiustare i tassi con i dazi”.

La cautela della Fed e le previsioni degli analisti

Il presidente della Fed ha confermato la cautela della banca centrale nel ridurre i tassi, sottolineando che, con una politica monetaria meno restrittiva e un’economia ancora solida, non c’è fretta di cambiare orientamento. La Fed ha ridotto i tassi dell’1% tra settembre e dicembre 2024, portandoli all’attuale forchetta 4,25-4,5%.

Per quanto riguarda l’andamento del Pil, il presidente della Fed ha confermato che l’attività economica continua a crescere a un “ritmo solido”, con un aumento del 2,5% nel 2024, trainato dai consumi. Il mercato del lavoro, ha aggiunto, “rimane solido e sembra essersi stabilizzato”, senza generare “significative pressioni inflazionistiche”.

Gli analisti di Capital Economics ritengono che la Fed manterrà i tassi invariati nel 2025, poiché i dazi “probabilmente manterranno l’inflazione core vicina o superiore al 3% quest’anno”. Per Ing, i “potenziali dazi aggiungono un rischio di rialzo all’inflazione nei prossimi trimestri”, ma ci sono segnali incoraggianti di un rallentamento dei costi degli alloggi nel corso del 2025. Goldman Sachs Asset Management ha osservato che i dati sull’inflazione e sul mercato del lavoro rafforzeranno “l’approccio cauto” della Fed sui tassi, che “per il momento rimarrà in modalità wait-and-see”.

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