Nel primo trimestre del 2015, stando a quanto segnalato dall'Associazione bancaria italiana (Abi), l'incremento delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 7,9 miliardi di euro, con un aumento del 50% in confronto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Sono ancora molto timidi i cenni della paventata ripresa economica. Ma è quanto basta per fare tornare agli italiani la voglia di acquistare casa e dunque di sottoscrivere un mutuo.
Un segnale inequivocabile di questa tendenza è il riavvio sempre più deciso del mercato dei mutui ipotecari. Nel primo trimestre del 2015, stando a quanto segnalato dall’Associazione bancaria italiana (Abi), l’incremento delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 7,9 miliardi di euro, con un aumento del 50% in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il merito è, soprattutto, dell’immissione di liquidità sul mercato da parte della Bce guidata da Mario Draghi che ha determinato un ulteriore abbassamento dei tassi.
Ma quale mutuo conviene sottoscrivere? Tasso fisso o tasso variabile?
Ecco come orientarsi se si vuole diventare proprietari.
Tasso fisso?
Nella situazione attuale conviene il tasso fisso perché su durate ventennali o trentennali la migliore offerta si attesta al 2,35% annuo. Le migliori offerte a tasso variabile partono da un tasso dell’1,4% annuo. Le differenze tra queste due diverse tipologie di prodotti sono inferiori a un punto percentuale. È chiaro che, se dovesse concretizzarsi la ripresa economica, aumenterebbe anche l’inflazione e questo comporterebbe un rialzo dei tassi di interesse con un conseguente incremento di costo per i mutui a tasso variabile. La minima differenza con quelli a tasso fisso verrebbe annullata in breve tempo, mentre quel 2,35% che si paga attualmente resterebbe costantemente sotto controllo.
Tasso variabile?
Il mutuo a tasso variabile con il cap , ovvero con un tetto massimo prefissato al tasso applicato, appare analogamente poco conveniente. La migliore offerta disponibile sul mercato fissa il tasso al 3,9%, mentre quella immediatamente successiva si attesta al 4,45% annuo. Si tratta di 1,5/2 punti percentuali in più rispetto al miglior tasso fisso oggi praticato. Scommettere sul tasso variabile, inoltre, appare quanto meno azzardato perché difficilmente la Bce abbasserà ulteriormente i tassi (già allo 0,05%) e quindi le probabilità di un rialzo futuro sono maggiori di quelle di un abbassamento.