Le banche favoriscono gli acquirenti con tassi più bassi.
Ci sono importanti novità su differenziale e costi dei tassi per gli aspiranti mutuatari che desiderano sottoscrivere mediante i gruppi di credito un finanziamento per l’acquisto di un’abitazione.
Le banche applicheranno spread diversi in rapporto alla rischiosità del prestito. Ciò significa che su mutui non superiori al 50% del valore dell’immobile gli spread sono inferiori rispetto a quelli applicati su mutui che si portano fino all’80% del valore dell’immobile oppure vanno oltre l’80%.
Il costo del mutuo nella nuova era delle banche più disposte ad erogare ma in modo molto più selettivo lo decide in sostanza il loan to value, ovvero la percentuale del capitale chiesto in prestito in relazione al valore dell’immobile. Questo vuol dire che una stessa banca non applica più lo stesso spread per tutti i mutui, ma applica prezzi diversi in base alla tipologia di mutuo e di rischio annesso.
Non bisogna dimenticare infatti che le banche italiane hanno in pancia un ammontare di crediti deteriorati (i cosiddetti non performing loans) di 200 miliardi di euro (ma nel conteggio ci sono anche i prestiti concessi alle imprese). Gli anni della crisi (dal 2008 l’Italia ha perso nove punti di Pil reale) si sono fatti sentire anche sui bilanci delle banche che quindi oggi, pur tornando a spingere sui prestiti, lo fanno in modo più selettivo.
Domanda e offerta sono più vicine che in passato, ma ancora lontane da una condizione di sana ripartenza. La prova del nove ce la dà l’inflazione. Quando un’economia cresce in modo sano ed equilibrato, con la ricchezza equamente distribuita tra gli attori economici, l’inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 2% (almeno questo dicono i manuali economici).