Alcune informazioni utili su questa tipologia di finanziamento.
Quando si è davanti all’opzione di selezionare tra diverse offerte di mutuo a tasso fisso da parte di differenti gruppi di credito è necessario prima di ogni altra cosa fare caso, chiedere o farsi ben specificare se il tasso che ci è stato proposto e che si stipulerà è un tasso “finito” o se al contrario è soggetto alle variazioni degli Eurirs di mercato.
Cosa cambia?
Nel primo caso, la proposta della banca garantisce al rogito un tasso invariato rispetto a quello proposto nel preventivo mentre nel secondo caso è certo che ci si ritrovi a stipulare, come vedremo, un tasso ben più alto.
Ecco un esempio per capire di cosa si tratta:
Mario Rossi è in cerca di un mutuo a tasso fisso ventennale ed effettua una ricerca sul web su un sito di comparazione mutui per scegliere tra le diverse opzioni mutuo in commercio. L’immagine a fianco è l’estratto del risultato della sua ricerca su MutuiOnline. La scelta di Mario si concentra su due proposte di due diverse banche: CheBanca che propone un tasso pari al 2,5% e BNL con un tasso al 2,55%. Fin quì il confronto sembra quasi alla pari se non fosse per una differenza di tasso di 0,05% e poco più di 3€ di differenza rata che si aggiungono al paio di centinaia di euro di differenza sul costo dell’istruttoria BNL. Un “quel poco” che però ovviamente potrebbe far pendere l’ago della bilancia della scelta di Mario per CheBanca.
La scelta su CheBanca sarebbe invece un grave errore di valutazione se non si hanno gli elementi sufficienti per capire i significati di tasso finito e tasso indicizzato dei due distinti preventivi. ll tasso fisso del 2,5% di CheBanca infatti è un tasso indicizzato che si deciderà solo al momento del rogito, è solo “apparente”, non è quello che stipuleremo! La promessa del preventivo di un tasso così vantaggioso non sarà mantenuta.