E’ una indagine recentissima che non ha lasciato alcun dubbio in merito ai risultati. Si è occupata del rallentamento del mercato dei mutui l’istituto di ricerca di ricerca australiano MISC Global Research e si è scoperto che questo ha portato inoltre, alla chiusura di una società di consulenza ogni quattro negli ultimi 12 mesi. Un terribile effetto a catena che preoccupa ma che ora potrebbe piano piano essere superato se la tanto temuta crisi economica dovesse essere definitivamente superata.
MISC ha quindi reso noto che nel primo trimestre del 2011 solo 119 società di brokeraggio sono riuscite a vendere almeno un mutuo. Una cifra ben diversa dal periodo corrispondente del 2010 quando la stessa attività la concludevano almeno 161 aziende. Questo porta a ribadire che i valori del 2011 sono i più bassi raccolti da MISC da quanto è attiva sul mercato. Il periodo di riferimento in questione, quindi parte dal 2001. Dieci anni in cui tra l’altro il volume di affari del mercato dei mutui è crollato in modo pericoloso con un passaggio da 11,6 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2011 ai soli 2,6 di questo trimestre.
Nello specifico la MISC Global Research ha analizzato i dati dopo l’avvento del National Consumer Credit Protection Act (NCCP), approvato dal governo australiano nel 2001. Il tutto per tentare di regolamentare il mercato dei mutui e in generale del credito al consumo.In questo senso, perciò l’Australian Securities and Investments Commission (ASIC, l’Authority australiana) ha approvato 5.559 licenze individuali solo nel mese di marzo.Tuttavia, si è comunque registrato un piccolo aumento di erogazione dei finanziamenti, rispetto al quarto trimestre del 2010, una timida buona notizia anche alla luce di un mercato già provato dalla crisi. Difficile sapere cosa avverrà nei prossimi mesi ma, intanto ciò che si spera è che in generale l’economia possa tornare a girare invogliando i singoli e non solo a riaccendere mutui, in un movimento economico globale sicuramente positivo per il Belpaese.