Il lavoro povero affligge in modo particolare i settori del commercio e del turismo, pilastri dell’economia italiana. Secondo un recente rapporto della Filcams Cgil, la retribuzione media giornaliera nel turismo (alloggio, ristorazione, agenzie di viaggio) si attesta a poco più di 60 euro lordi, ben al di sotto della media nazionale di 96 euro. Il settore della ristorazione, in particolare, registra le retribuzioni più basse. Anche il commercio si colloca al di sotto della media, con circa 87 euro lordi al giorno.

Il lavoro povero e possibili effetti per i tassi
Questa situazione, combinata con la forte stagionalità del settore, porta i lavoratori del turismo a guadagnare in media 11.000 euro all’anno, meno della metà dei 23.600 euro guadagnati da un lavoratore dipendente medio italiano.
Uno dei fattori che contribuiscono a queste basse retribuzioni è l’elevato ricorso a contratti part-time. Nel settore del turismo, il 52% dei lavoratori è impiegato con contratti part-time, rispetto al 27% della media nazionale. Nei servizi per edifici e paesaggio (pulizie e manutenzioni), la percentuale sale addirittura al 72%, mentre nel commercio si attesta al 38%.
Il settore del turismo è caratterizzato da una forte presenza femminile (53% dei dipendenti), e sono soprattutto le donne a essere impiegate con contratti part-time (circa 6 su 10). Anche nel commercio, il part-time è più diffuso tra le donne (55%) che tra gli uomini (22,9%).
Tuttavia, solo un terzo dei lavoratori sceglie il part-time volontariamente. Per la maggioranza, si tratta di una scelta imposta. Nel settore degli alberghi e ristoranti, la percentuale di part-time “imposto” raggiunge quasi il 70%.
La Filcams Cgil denuncia una situazione insostenibile, in cui migliaia di lavoratori faticano ad arrivare a fine mese nonostante un impiego. Il segretario generale della Filcams, Fabrizio Russo, sottolinea che questa condizione è il risultato di un modello produttivo che ha reso la precarietà la regola, con l’abuso del part-time involontario, dei contratti a tempo determinato, delle esternalizzazioni e degli appalti al ribasso.
La Filcams chiede interventi concreti, come l’applicazione dei contratti collettivi nazionali, il consolidamento dell’orario per chi lavora in modo discontinuo, maggiori tutele per i lavoratori stagionali e incentivi alle imprese legati alla qualità dell’occupazione. L’obiettivo è garantire che il lavoro sia sinonimo di stabilità e dignità, non di precarietà.
Queste proposte saranno al centro dell’evento organizzato dalla Filcams il 18 marzo a Roma per celebrare i 65 anni della Federazione. L’evento vedrà la partecipazione di ospiti come Gianrico Carofiglio, Serena Dandini, Riccardo Falcinelli, Stefano Massini, Michela Ponzone e Maurizio Landini, che offriranno una riflessione su lavoro, cultura e giustizia sociale. Inutile dire che il lavoro povero possa avere effetti a lungo termine sui tassi dei nostri acquisti più impegnativi, magari con misure ad hoc.