Sono tassati al 12,5%, allo stesso modo dei titoli di Stato, ma rappresentano un’alternativa, quasi sempre più redditizia, rispetto ai titoli pubblici. Stiamo parlando dei cosiddetti pronti contro termine, che sono degli strumenti di investimento a basso rischio, ed a breve termine, che possono rappresentare un’opportunità da valutare per chi vuole vincolare a breve termine la liquidità al fine di ottenere dei rendimenti superiori a quelli pagati sul conto corrente che, spesso, sono pari a zero. Tra le banche che attualmente propongono i pronti contro termine a tassi particolarmente interessanti c’è CheBanca!, la banca per tutti del gruppo Mediobanca. Per le sottoscrizioni di pronti contro termine CheBanca!, entro e non oltre il 15 maggio 2011, c’è la possibilità di ottenere il 2,50% lordo, pari al 2,18% netto, per i PCT con scadenza ad otto mesi. Ma c’è anche la possibilità di stipulare i pronti contro termine CheBanca! a 4 mesi, con un tasso lordo del 2%, pari all’1,75% netto, e quelli a brevissimo termine, pari ad appena 60 giorni, con un tasso lordo dell’1,70% che equivale, tolte le tasse al 12,5%, all’1,48% netto.
L’investimento minimo in pronti contro termine CheBanca! è pari a 5.000 euro e poi a multipli successivi di 1.000 euro. Con i PCT CheBanca! c’è inoltre la possibilità di poter rientrare in possesso delle somme, in qualsiasi momento, prima della scadenza; per quel che riguarda le spese, ci sono solamente 1,81 euro ad operazione quale imposta di bollo che comunque viene detratta dalla remunerazione netta alla scadenza.
Per investire in pronti contro termine CheBanca! occorre però essere titolari del Conto Deposito, che non costa nulla; il prodotto si apre infatti a zero euro, a zero spese di gestione, e con zero spese per quel che riguarda l’imposta di bollo; questo perché la tassa è a carico di CheBanca!. Con il Conto Deposito, oltre alla remunerazione al tasso base sulle giacenze libere, è possibile investire sia nei Pronti Contro Termine, come sopra descritto, sia negli investimenti con il vincolo che, cosa di certo vantaggiosa, fanno scattare il pagamento degli interessi in anticipo, ovverosia all’atto dell’attivazione del vincolo stesso.