Mutui a tasso variabile con cap: cresce la domanda per quella che sembra essere la soluzione del momento, ma i costi sono elevati. L’aumento del costo del denaro, il moltiplicarsi dei tassi di interesse hanno preoccupato non poco gli italiani, che temono di non riuscire più a pagare la rata mensile e, a volte, il loro timore non è nemmeno esagerato. Si cerca tutto quello che possa proteggere dal fallimento e dalla vendita di un immobile che non si è neppure del tutto acquisito e questa, al momento, sembra essere una delle alternative comunque più valide.
Insomma serve qualcosa che non possa far salire le rate oltre una certa soglia e tale tipo di mutuo è perfetto. Nulla però conferma che si tratti al momento dell’alternativa più migliore, perchè secondo gli esperti, a livello finanziario, se stipulato alle condizioni attuali, è abbbastanza caro. Secondo Stefano Rossini, amministratore di FairOne, società che gestisce il servizio MutuiSupermarket.itnello specifico, si tratta di un opzione che “risponde a un’esigenza emotiva forte dei richiedenti, ma nasconde una bassa convenienza. Innanzitutto perché la soglia del cap sta aumentando. Ormai la media si è spostata dal 5,2 al 5,7 per cento. Ciò significa che, ipotizzando uno spread dell’1,7% dovremmo aspettarci un rialzo degli Euribor al 4%, di circa 275 punti base rispetto ai livelli attuali”.
Mentre l’Euribor, almeno a livello statistico, tende a oscillare tra l’1 e il 5% ci si chiede per quanto tempo le cose potranno restare tali per ammortizzare eventuali costi e spese accessorie in più che un mutuo con cap può comprendere. Lo stesso esperto, infatti, ha confermato: “Considerando che la quota di interessi sui mutui incide molto di più nei primi anni, l’esercizio del cap può avere un impatto notevole sulla rata solo sui primi 10-15 anni di un mutuo medio a 25 anni perché poi la rata sarà indifferente alla dinamica dei tassi e quindi il costo della protezione risulterebbe pressoché vanificato”.