Banca Popolare di Bari puntualizza che la “vendita di azioni non è stata bloccata dalla Consob”, smentendo così le notizie diffuse nei giorni scorsi dagli organi di stampa.
Il 13 settembre la Consob aveva approvato due delibere in merito a presunte violazioni riscontrate nei periodi tra il 2014-16 presso l’istituto di credito pugliese. Il contenuto di queste delibere è stato reso noto dai media, ma le notizie riportate sono state contestate dalla Banca Popolare di Bari tramite un comunicato.
“Le sanzioni – afferma la Banca – non sono state comminate alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis bensì a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.
La Popolare di Bari evidenzia inoltre che “il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016”.
La Banca infatti aveva subito “un’ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.
La Popolare di Bari chiarisce anche che “il fenomeno dei finanziamenti baciati non esiste” e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia.
“Le indagini interne – evidenzia la Banca – hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.
Per la Banca Popolare di Bari la decisione della Consob non è fondata nel merito ed inoltre “riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.
La Banca, oltre a “ritenere di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene “di aver subito un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.