Tre conti correnti su dieci si aggirano intorno ai 400 euro.
Dal gennaio 2013 allo scorso settembre, l’Isc (Indicatore sintetico di costo annuo) relativo ai conti correnti ordinari ha fatto registrare un’impennata del 5,4%. La media, altissima, è di 363,47 euro.
I dati sono forniti dall’Università Bocconi. L’aumento, in meno di due anni è davvero significativo, e da settembre è stato pari allo 0,8%. In altri termini tre conti correnti su dieci costano più di 400 euro.
I conti dei depositi bancari, pertanto, crescono a differenza dei consumi che scendono. I risultati prodotti dalla Bocconi sono così commentati dal prorettore dell’Università Stefano Caselli:
Se tra il 2013 e il 2014 qualche Isc è calato, nel corso di quest’anno la tendenza al segno ‘-‘ sembra essersi bloccata. Anzi, si vedono perlopiù aumenti, anche se di entità non importante. Chi è intervenuto ha aumentato in genere i costi per le operazioni e mantenuto costanti le spese fisse. In particolare, si sono toccati i costi dei bonifici, ma anche righe di scrittura e assegni.
L’indagine è stata condotta su un campione di dieci banche molto grandi: Bper, Cariparma, Bpm, Banco Popolare, Credem, Intesa, Mps, Bnl, Unicredit e Ubi. Alcuni prezzi hanno subito negli ultimi nove mesi un ritocco di pochi euro. In altre casistiche, invece, l’aumento tocca anche i 22 euro.
La soluzione, al fine di affrontare le strette creditizie, il posizionamento e i problemi di mercato, è stata necessaria. Alcuni provano a lanciare l’idea del ‘conto in prova’ privilegiando gli stumenti online a zero spese. Si tratta di conti gratis per sei mesi, che diventano a pagamento dopo questo periodo di prova: il cliente potrà scegliere se chiuderlo senza pagare nulla o aprirne uno effettivo.
Altri provano a non toccare il cartellino: Unicredit, Banco Popolare, Bpm, Mps, Ubi sono gli esempi. Ma i prezzi sono molto alti in questi casi e il prodotto rende a zero o quasi.