Dimentichiamo per un secondo i danni morali, la perdita tremenda di vite, la fine di un sogno e di una vacanza e soffermiamoci sul tema, importante, delle assicurazioni. Come ormai è noto,venerdì scorso la Costa Concordia, nave di punta di Costa Crociere, lunga quanto tra campi di calcio ha urtato uno scoglio perchè si trovava troppo vicino all’Isola del Giglio. Piuttosto velocemente si è inclinata di 90° e sono tutt’ora in corso le ricerche dei dispersi. Una prima stima dei vari danni, almeno quelli da risolvere nell’immediato, riguarda almeno 93 milioni di dollari. Questa una prima somma di denaro resa nota dall’amministratore delegato di Costa Crociere Pierluigi Foschi. A questo però bisognerà aggiungere la distruzione incalcolabile dell’immagine del gruppo leader dei mari e soprattutto del “made in Italy”. Intorno al naufragio all’Isola del Giglio, tra l’altro notevole riserva naturale è complesso e difficile da prevedere il ruolo delle assicurazioni.
Queste ultime, tra l’altro, non sono solo quelle italiane ma di mezzo mondo, in quanto natanti di tali dimensioni coinvolgono almeno due società nel globo di questo tipo. Si parla quindi sia di una assicurazione che copre la nave stessa, mentre la seconda riguarda la responsabilità nei confronti di terzi. Significa che risponde per problemi come la morte o l’inquinamento, in questo caso.
Costa Crociere, in particolare fa parte del Gruppo Carnival e si affida in entrambi i casi all’americana Aon Corporation, leader mondiale nel brokeraggio assicurativo. La società infatti vanta uffici in 120 Paesi e 59mila dipendenti.Riguardo alle assicurazioni legate ai morti nella nebulosa comincia a farsi un pò di luce intorno. Riguardo agli altri danni, come quello ambientale, i dubbi restano e sono tanti. Sembra che sia assicurata, più o meno per 400 milioni di dollari, una cifra che più o meno Costa Crociere ha investito sette anni fa per la sua costruzione. I risarcimenti andranno invece a varie società di assicurazione e riassicurazione.