Nel giro di pochissimo tempo è di nuovo il tasso fisso ad essere il preferito dagli italiani. In realtà, non si tratta di una decisione presa a caso secondo le inclinazioni del momento, ma di una esigenza perchè l’aumento dei tassi di interesse sta continuando a preoccupare non poco.
Ad intervenire sull’argomento Stefano Rossini – Ad di Mutui Supermarket.it il quale ha confermato: “Il rincaro di ulteriori 25 punti base del tasso BCE segue quanto ampiamento anticipato da esperti e analisti negli ultimi mesi e probabilmente anticipa un ultimo rialzo di ulteriori 25 punti base entro la fine dell’anno”.
Inutile ribadire che i nuclei familiari già faticano ad arrivare a fine mese e se a questo si aggiunge anche un prestito bancario consistente da restituire allora il portafoglio si svuota del tutto e il fallimento può essere dietro l’angolo. A tal proposito, lo stesso Rossini ha continuato: “La mia aspettativa, è che l’aumento del tasso BCE spinga sempre più verso una ripresa della domanda dei mutui a tasso fisso rispetto ai mutui a tasso variabile. Anche se la convenienza della rata a tasso variabile rispetto quella a tasso fisso oggi sia molto consistente e nonostante la conseguenza dell’aumento del tasso BCE di 0,25% si possa considerare di piccolo impatto, per molte famiglie la conferma della crescita attesa dei tassi variabili avrà un ruolo sempre più centrale nel momento della scelta del tasso del proprio mutuo. Il tema della sostenibilità della rata nel tempo è diventato un punto di grande attenzione e le famiglie sono sempre più consapevoli dei rischi legati all’aumento tassi.Se si ipotizza nei prossimi 3-4 anni un aumento Euribor 1 mese del 2-3% , una famiglia che accende oggi un mutuo a tasso variabile per 100.000 euro su 20 anni si ritroverebbe fra 3 anni con un rincaro della rata mensile di circa 110 euro, che su 1 anno equivarrebbe ad un aumento della spesa per il mutuo di oltre 1300 euro. Seppur la convenienza della scelta di un tasso rispetto ad un altro deve essere compiuta osservando l’intero periodo di ammortamento del mutuo, il timore di dover affrontare un rincaro così importante potrebbe sicuramente allontanare progressivamente la domanda dai mutui a tasso variabile”.